Giornali

Un giornale non è un prodotto come tutti gli altri. Un giornale dovrebbe rappresentare qualcosa di nobile. Un giornale dovrebbe avere principalmente rispetto per i propri lettori. Come si rispettano i lettori? Separando i fatti dalle opinioni, con l’obiettività, col coraggio, con la fantasia, con la preparazione dei giornalisti, con la capacità d’indignazione. Giusto cercare di vendere tante copie, ma senza mai cavalcare gli umori del bacino d’utenza. Quindi affrontando i problemi anche quando farebbe più comodo nasconderli sotto il tappeto del salotto, quindi graffiando le pareti del potere: anche a costo di farsi male. Quindi proponendo inchieste scottanti e documentate, quindi fornendo al lettore tutti gli elementi per comprendere dove sta andando il mondo. Siamo fortemente convinti che un giornale così rischierebbe di avere un successo strepitoso. Invece, da sempre, i direttori dei giornali tendono a sottovalutare l’intelligenza degli italiani. E quindi propongono prodotti che strizzano l’occhio ai potenti. Pagine scialbe e piene di luoghi comuni, senza un barlume di creatività. Articoli scritti da gente faziosa ed incompetente. Vogliamo dirla tutta? Senza il finanziamento pubblico, molti giornali, anche i più celebrati, sarebbero costretti a chiudere i battenti. Tutti a lamentarsi per la scarsa propensione alla lettura dell’italiano medio. Nessuno che si preoccupi della salute di questa democrazia malata. Ridotta in fin di vita anche grazie alla complicità dei giornali.

Pensieri sparsi disordinatamente…

In un Paese normale l’ordine dei giornalisti non dovrebbe esistere. Ma, se proprio deve, all’esame da professionista bisognerebbe testare il coraggio, l’indipendenza e il talento. Perchè sono questi i requisiti fondamentali di un vero giornalista.

Non sei tu a scegliere un gatto. E’ il gatto che sceglie te. E, quando accade, non puoi fare altro che perderti dentro i suoi occhi.

Enrico Letta, nipote di Gianni, è l’inciucio fatto persona. Faccia da democristiano bietolone, espressione inutilmente pensosa, ha trascorso la sua vita inneggiando allle larghe intese. Nella sua cameretta, in bella mostra, il poster di Napolitano, l’unico uomo al mondo che poteva dargli l’incarico di Primo Ministro. A pensarci bene anch’io gli avrei dato un incarico: pulire i cessi di Montecitorio.

La strategia della distrazione.
L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti. Noam Chomsky