Perchè Sanremo è Sanremo…

albanoPerchè Sanremo è Sanremo. E quindi, parafrasando il Marchese del Grillo, noi non siamo un cazzo. Basta, questa storia va avanti da tanti, troppi anni. E, se proprio volete saperlo, le canzoni di Sanremo, insieme ai tweet di Gasparri e al plastico di Cogne, sono i motivi che hanno indotto l’Isis a dichiarare guerra all’Occidente. Del resto anch’io, quando vedo Albano e Gigi D’Alessio, provo l’irresistibile impulso di acquistare una Smith & Wesson. Perché Sanremo, musicalmente, vale molto meno dello Zecchino d’Oro. E, come fascino, se la gioca al massimo con la sagra del fungo prugnolo.

Sia chiaro, non sono in discussione le voci, ma le canzoni. Conosco almeno un miliardo di cantanti che sanno cantare, il problema è che i loro brani sono accattivanti come le sedute spiritiche di Romano Prodi. E, se non hai le canzoni giuste, sono Razzi tuoi. Ma, tutto sommato, i brani, nella loro eterna insulsaggine, costituiscono il contorno di un piatto ormai maleodorante. Il tanfo si avverte già guardando i promo della manifestazione, ideati da qualche psicopatico in libera uscita.

Cinque giorni per celebrare il nulla, in un contesto socio-economico che fa tremare i polsi. La verità è che Sanremo è da tempo diventato un carrozzone inutile e costoso, palcoscenico ideale per raccomandati e miracolati, sfogo naturale per i poveretti usciti da quelle fabbriche d’illusioni chiamate pomposamente talent. Guardarlo è autolesionismo puro, boicottarlo una forma di resistenza civile a un Sistema che salva le banche e ignora le istanze dei terremotati.

Nella foto: la voce che fa tremare i lampadari e girare i coglioni.

Al servizio dei lettori…

Personalmente giudico un giornalista da come si pone di fronte al potere. Purtroppo – lo dico con profondo dispiacere – il panorama generale è alquanto desolante. Le penne davvero libere, sincere e indipendenti si contano sulle dita di una sola mano, il resto è distribuito nelle categorie che sto per elencare.
1) I leccaculo e gli zerbini. Ovvero quelli che hanno fatto carriera gozzovigliando all’ombra del potere, Costoro, lesti a salire sul carro del vincitore, hanno la faccia tosta di modificare in corsa le proprie idee (?), adeguandole prontamente alle esigenze del nuovo padrone.
2) La cosiddetta fascia democristiana. Ovvero quelli che non prendono posizione neanche in camera da letto, evitando sistematicamente di esprimere giudizi sul potente di turno. Piuttosto che rischiare ritorsioni, si trincerano dietro un rumoroso silenzio.
3) I finti oppositori. Ovvero quelli che si piazzano dalla parte degli ultimi, anche se in realtà non gliene frega proprio un bel niente delle fasce più deboli. Il loro vero scopo è guadagnare visibilità, successo e denaro ricoprendo il ruolo moralmente ambito di spina nel fianco del sistema. Anche se – fateci caso – le loro critiche sono fin troppo morbide e gentili. Altrimenti non troverebbero spazio nei talk show politici.

PS – Ovviamente loro, i giornalisti, dai leccaculo, ai democristiani, fino ai finti oppositori, vi diranno sempre che sono al servizio dei lettori.