Il secondo triplete sopra Berlino

Tre considerazioni sulla finale di Berlino. 1. Il Barcellona, per cultura sportiva e filosofia di gioco, meritava di essere la prima squadra europea a festeggiare il secondo triplete della sua storia. Anche ieri, pur non giocando la sua migliore partita, poteva chiudere il match già nel primo tempo. Poi, nella ripresa, ha avuto 5 minuti di sbandamento non sfruttati dalla Juve 20062015. Che, proprio nel momento culminante della stagione, ha denunciato tutti i suoi limiti.

2. Se fossi un tifoso della Juve 2006/2015 non m’illuderei troppo per il futuro. La finale è stata raggiunta in maniera episodica: qualificazione col brivido nel girone, avversari abbordabili negli ottavi e nei quarti, con qualche vantaggio arbitrale col Monaco, e un Real Madrid con un Ronaldo ai minimi stagionali nelle semifinali. Sono pronto a scommettere che, il prossimo anno, questa squadra farà fatica a raggiungere i quarti.

3. Io ho i miei buoni motivi per dissociarmi dalla Juve 2006/2015, ma non posso fare a meno di provare pena per gli antijuventini in attività di servizio. Costoro, invece di prendersela con i propri dirigenti, che hanno permesso alla Juve 2006/2015 di fare il bello ed il cattivo tempo in Italia, non trovano niente di meglio che mettersi sul divano a gufare. Complimenti: bisognerebbe studiarvi in laboratorio!

P.S – Per settimane intere Sky ha proposto il ritornello: la Juve ha il vantaggio di avere un uomo in più in mezzo al campo. L’ineffabile Caressa, che capisce di calcio meno di Pippo Franco e Olivia Newton John, ignorava che i due terzini del Barcellona, sempre propositivi, sono come due centrocampisti aggiunti. Tanto, in Italia, se sei incompetente, ti nominano direttore.