Il pagellone del Mondiale

Thomas Muller, voto 10 – Il giocatore simbolo del Mondiale. Sa fare tutto, possiede piedi sinfonici e  corre come un keniota sugli altipiani. Averne di raccattapalle così…

Manuel Neuer, 10 – Vita spericolata: dentro e fuori dai pali. Portiere irreprensibile e libero vecchia maniera. Jongbloed, oggi 73enne, avrà apprezzato parecchio.

Mats Hummels, 9,5 – Superarlo nell’uno contro uno è complicato come il trucco mattutino di Paola Ferrari. Grinta da cacciatore di taglie, ricorda il miglior Jurgen Kohler. Ma con piedi infinitamente migliori.

Miro Klose, 9 – Come nel libro di Oscar Wilde (riveduto e corretto) lui non invecchia, il ritratto di Lotito si. In mezzo ad attaccanti che hanno all’attivo più tatuaggi che reti, lui, sempre a disagio nell’inciviltà dell’immagine, fa ancora la sua bella figura.

James Rodriguez, 9 – Con il suo mancino ha dipinto paesaggi calcistici suggestivi ed incontaminati. Solo un domanda: per quale oscuro motivo uno dovrebbe pronunciare il suo nome di battesimo (inglese) alla spagnola?

Mario Gotze, 9 – Ha rischiato di perdersi nelle periferie del football, travolto dal trasferimento che gli ha cambiato la vita. La scintillante prodezza del Maracanà ha provveduto a rimettere Mario al centro del villaggio globale.

Arjen Robben, 9 – Van Gaal gli ha cucito addosso il vestito giusto: da ala classica a calciatore a tutto campo. I primi ad accorgersene sono stati gli avversari. Che lo stanno ancora cercando…

Louis Van Gaal, 8 – Col tempo si è addolcito, abbandonando dogmi e massimalismo tattico. Per fortuna non ha perso nulla in termini di genialità e anticonformismo.

Ezequiel Garay, 8 – Uno dei difensori centrali più affidabili in assoluto, e non da oggi. Nulla a che spartire con i vari Bonucci, Ogbonna e Ranocchia. Imbattibile nel gioco aereo, ha appena firmato un contratto di 5 anni con lo Zenit. Costo dell’operazione? La bazzecola di 6 milioni.

Lionel Messi, 7 – Anche Johan Cruijff, pur avendo una squadra passata alla storia del calcio, non ha vinto il Mondiale. Vincerlo aggiunge qualcosa, non vincerlo lascia tutto inalterato. E provate a discutere i numeri di Messi. Bisogna avere lo stesso fegato di chi guarda Uomini e Donne.

David Luiz, 6 – Ha una personalità grande come il Maracanà, ma un senso della posizione da calcio amatoriale. Eppure è stato tra i meno peggio del Brasile…

Paul Pogba, 5 – Quando il gioco si fa duro e il livello degli avversari sale, lui, puntualmente, sparisce dal campo. Dopo il flop nelle coppe europee, ha concesso il bis in Brasile. Se lui è il miglior giovane del torneo, io sono Brad Pitt.

Eden Hazard, 4 – Tecnica mostruosa, cattiveria agonistica molto limitata. L’esatto contrario di Andrè Schurrle, voto 7.

Telecronisti e seconde voci Sky, 3,5 – Tirarsela meno e studiare di più. A parte Federico Buffa, il deserto.

Arbitri, 3 – Le disposizioni della FIFA, nota associazione benefica, erano chiare: fischiate lo stretto indispensabile. Che è un po’ come se l’istruttore di scuola guida dicesse all’aspirante patentato “frena il meno possibile”. Infatti, ancora una volta, sono stati tollerati falli da codice penale. Quando si dirà ai direttori di gara di arbitrare con senso della giustizia, sarà sempre troppo tardi.

Don Cesare Prandelli, 2 – Prima mette sul piedistallo Balotelli, costruendogli attorno la squadra, poi a fine corsa, lo scarica come nemmeno Paris Hilton con i suoi amanti. Senza parlare del codice cotica. Perché l’etica è un’altra cosa.

Gigi Tabaccaio Buffon, 1 – Principale responsabile della disfatta contro Costarica, per depistare l’attenzione si è inventato un monologo contro i compagni più giovani. Visto che ormai esce solo con la D’Amico, perché non si dedica full time alle scommesse?

Telecronisti e seconde voci Rai, 0,5 – Ed è un voto di stima.

Fred Chaves Guedes, 0 – Non è bello sparare sulla Croce Rossa. Ma il centravanti della Croce Rossa avrebbe fatto meglio di lui.

Mario Bullotelli, sottozero – La foto che lo ritrae con il fucile in mano sintetizza magistralmente la sua splendida carriera. Sui social network.

Antonio Cassano, sottozero – Altri neuroni in libertà. Purtroppo non vigilata.

Jingle Sky, sottozero – Uno strumento di tortura degno di Guantanamo.

Brasile 2014 in cifre

Ecco il bilancio statistico di Brasile 2014

Goal segnati: 171, eguagliato lo score del 1998. Media di 2,67 per match

Over: 34

Under: 30

Girone con più reti: B (22)

Girone con meno reti: D (12)

Maggior numero di goal realizzati: Germania, 18

Minor numero di goal realizzati: Iran, Honduras e Camerun, 1

Minor numero di goal subiti: Costarica, 2

Maggior numero di tiri: Brasile, 111

Maggior di tiri nello specchio: Brasile, 72

Minor numero di tiri: Iran, 22

Minor numero di tiri nello specchio: Iran, 12

Maggior numero di passaggi: Germania, 5084

Maggior numero di passaggi completati: Germania, 4157 (82%)

Minor numero di passaggi: Iran, 950

Minor numero di passaggi completati: Iran, 604

Maggior numero di cross: Argentina, 174

Minor numero di cross: Italia, 36

Maggior numero di contrasti riusciti: Brasile, 141

Maggior numero di falli commessi: Olanda, 126

Maggior numero di falli subiti: Brasile, 129

Calciatore più falloso: Marouane Fellaini, 19

Calciatore che ha subito più falli: Arjen Robben, 28

Maggior numero di ammonizioni: Brasile, 14

Squadra più volte in offside: Italia, 23

Calciatore con più tiri: Karim Benzema, 32

Calciatore con più tiri in porta: Karim Benzema, 25

Calciatore con più passaggi completati: Philip Lahm, 562

Calciatore con più chilometri percorsi: Thomas Müller (USA), 83,957

Partita più spettacolare: Germania-Ghana 2-2

Capocannoniere: James Rodriguez (Colombia), 6 reti

Espulsioni: 10

Squadra più divertente per il blog: Colombia

Squadra più convincente per il blog: Germania

La rivelazione per il blog: Costarica

Squadra più deludente per il blog: Spagna

Miglior calciatore del torneo per il blog: Thomas Müller (Germania)

I calciatori che hanno inciso di più per il blog: Müller, Messi, Robben, J.Rodriguez, Neuer e, ovviamente, Gotze.

 

Ha vinto il calcio

Ha vinto il calcio. Il calcio propositivo e organizzato. Il calcio dove è il singolo a mettersi a disposizione del collettivo e non viceversa.

Il calcio che non fa della vittoria una questione di vita o di morte. Il calcio che festeggia i successi con sobrietà e compostezza. Niente esultanze fuori dalle righe e niente disordini e incidenti nelle strade.

Ha vinto il calcio che crede nei giovani e, quindi, nel futuro. Il calcio che non ha paura di confrontarsi a viso aperto: testa alta e difesa altissima. A costo di farsi infilare da Higuain e Palacio.

Ha vinto il calcio di Manuel Neuer, portiere unico e irripetibile. Piedi da centrocampista e disinvoltura al limite della sfrontatezza.

Ha vinto il calcio di Mats Hummels, un Jurgen Kohler dai piedi educati.

Ha vinto il calcio di Bastian Schweinsteiger, uno dei centrocampisti più completi di sempre. Puoi anche picchiarlo per 120 minuti: lui si rialzerà sempre. Più forte di prima.

Ha vinto il calcio di Miro Klose, un esempio per tutti gli attaccanti che pensano di essere arrivati dopo una rete segnata in amichevole.

Ha vinto il calcio di Thomas Müller, incarnazione del football totale. Lo spocchioso Maradona, che umiliò pubblicamente il tedesco 4 anni fa scambiandolo per un raccattapalle, adesso avrà imparato a conoscerlo.

Ha vinto il calcio di Philip Lahm, restituito a furor di popolo al suo ruolo naturale, alla faccia di Guardiola e di tutti quegli allenatori che, pur di compiacere il proprio ego, perdono di vista la logica.

Anche se ha perso la partita più importante della sua carriera, per noi ha vinto anche  Messi. E chi se ne frega se, a differenza di Maradona, Lionel non ha mai alzato al cielo una Coppa del Mondo. La grandezza di Messi – lo dicono i numeri – non ha bisogno di ulteriori attestati e certificazioni. E poi, la sua Argentina era, oggettivamente, una squadra dozzinale.

Nel nostro piccolo, ha vinto anche questo blog. Non è da tutti prevedere, con largo anticipo, le due finaliste e la vincente del torneo.

Due parole a parte per la meraviglia di Mario Gotze. Stop di petto e sinistro al volo: per Romero è quasi effetto Giulietta. Due parole a parte anche per la dedica di Gotze: per Marco Reus, fermato da un infortunio ad un passo dal Mondiale. Questi sono campioni. Questi sono uomini. Mentre noi ci becchiamo Balotelli e Cassano.

P. s: affidare la finale del Mondiale a Rizzoli (voto 3, anche al bombardamento mediatico) è come andare a lezioni di italiano da Lapo Elkann.

Top five degli inni

Calcio e musica: lingue universali. Visto che nemmeno oggi si gioca, proviamo a  parlare di musica. Qual è l’inno più bello del Mondiale? Ecco la mia personale classifica. Cominciamo dal fondo.

Hino nacional brasileiro o Marcha Triunfal (musica di Francisco Manuel da Siilva, testo di Joaquim Osorio Duque Estrada)

La Marsigliese (musica e parole di Claude Joseph Rouget de Lisle)

Gimn Rossijskoj Federacii (musica di Aleksandr Vasil’evič Aleksandrov, testo di Sergej Vladimirovič Michalkov)

God Save the Queen, l’inno più antico del mondo (musica e testo attribuite a John Bull)

Das Lied der Deutschen (musica di Joseph Haydn, parole di August Heinrich Hoffmann)

Ovviamente ognuno può farsi la sua personale top five.