Non vincerà il migliore, ma il meno peggio…

serie-aQuesto pezzo nasce su richiesta di alcuni lettori, stanchi di leggere le pallide ricostruzioni dell’informazione mainstream. Lo scrivo senza entusiasmo, da appassionato disincantato, rimasto spettatore per noia e abitudine. Uno spettatore che aveva previsto con largo anticipo l’implosione del Sistema, indicando, nel suo piccolo, rimedi e soluzioni. In estrema sintesi: se vivi per anni al di sopra delle tue possibilità, prima o poi fallisci. Mentre i procuratori, il vero cancro del football, si arricchiscono confidando nell’ingordigia di allenatori e giocatori che evocano il calcio romantico solo dopo aver strappato ingaggi stratosferici.

I soldi sono finiti e le idee non ci sono mai state. Questo potrebbe essere lo slogan del campionato di Serie A 2021/22, visibile in esclusiva su un servizio di streaming che riesce a far sembrare tecnologico il vintage. In effetti, Dazn potrebbe tranquillamente essere l’acronimo di Dai Abbonati Zoticone Nato, se non fosse che il tragico ha già avuto la meglio da tempo e per distacco sul comico.

E allora provo a fare le carte a un torneo che si preannuncia intrigante come una puntata di Don Matteo. Badate bene: non sono pronostici ma sensazioni. Dettate da uno che ha smesso di tifare nel 2006, senza peraltro essere mai stato fazioso.

Ecco le pagelle delle 20 protagoniste (si fa per dire). Il voto non si riferisce solo al mercato.

Atalanta, 6 – L’impressione è che l’effetto Gasperini stia per esaurirsi.

Bologna, 5,5 – Solita navigazione a vista.

Cagliari, 5 – Sul ponte sventola bandiera bianca.

Empoli, 6 – Mercato inesistente, ma il gusto del gioco e un buon allenatore lo terranno lontano dalla zona retrocessione.

Fiorentina, 6,5 – Più che Vlahovic e i nuovi acquisti, il valore aggiunto è Italiano.

Genoa, 5,5 – Strategia last minute e magheggi assortiti in puro stile Preziosi.

Inter, 6 – Ha perso i goal di Lukaku e le scorribande di Hakimi ma, tutto sommato rimane in pole position.

Juventus, 4,5 – Sostituire Ronaldo con Kean è come vendere una Ferrari per acquistare una Trabant. Il portoghese pensa solo ai suoi record, ma garantisce comunque caterve di goal. Il suo addio (indecoroso per tempi e modalità), agevolato da una dirigenza inadeguata, lascia un vuoto incolmabile. Il ritorno di Allegri, uscito dalla porta e rientrato dalla finestra, è peraltro un caciucco riscaldato.

Lazio, 6 – Nessun ricamo, solo ordinaria amministrazione. Ma Sarri è decisamente meglio di Inzaghi.

Milan, 6,5 – Lo scorso anno ha giocato, per lunghi tratti, il miglior calcio della Serie A. Oggi, pur avendo perso Donnarumma (Calhanoglu non ha mai inciso veramente), sembra ancora più completo.

Napoli, 5 – Aria di smobilitazione.

Roma, 6 – Mourinho, gran mestierante, ha portato slancio ed energia. Che, conoscendo l’ambiente, svaniranno alle prime avversità. Contando sulle manchevolezze altrui può comunque puntare a un posto in Champions League.

Salernitana, 4 – Gioca in A ma ha un organico da Serie B. E neppure da primi posti.

Sampdoria, 5 – La visione rimane la stessa: fare più punti del Genoa.

Sassuolo, 5 – Le scelte di mercato incomprensibili non cambiano la filosofia generale del club. Al massimo lo tolgono dalla zona Conference League, competizione di cui nessuno sentiva la mancanza.

Spezia, 4,5 – Tiago Motta non vale un’unghia di Italiano. Farà fatica anche a piazzarsi al diciottesimo posto.

Torino, 5 – Mercato imbarazzante come la tv di Cairo. Rimarrà a galla solo per la mediocrità della concorrenza.

Udinese, 5,5 – Tra Friuli e Watford, i Pozzo si barcamenano con discreta disinvoltura.

Venezia, 4 – Vedi alla voce Salernitana.

Verona, 5 – Se vuole rimanere in A deve liberarsi al più presto della zavorra Di Francesco, un allenatore che, pur avendo lasciato macerie dappertutto, continua incredibilmente a trovare lavoro.

Riassumendo:

Scudetto al Milan

Inter, Lazio e una tra Juve o Roma in Champions League

Napoli e Atalanta in Europa League

Fiorentina in Conference League

Venezia, Salernitana e Spezia in B