Una fotografia profumata di borotalco

Ci sono ricordi che percorrono a velocità supersonica la tangenziale della nostalgia. Ci sono pensieri che rimbalzano come palline di celluloide nei labirinti della nostra anima. Ecco, all’improvviso, il dolore sale i gradini e bussa con insistenza alla tua porta. In questi casi non può mai mancare una pioggia sottile. In questi casi non può mancare neanche il suono di un carillon. Il mondo, adesso, è racchiuso in una fotografia profumata di borotalco. Un volto che trasmette coraggio e serenità e che sembra prendersi gioco dei piccoli grandi disagi delle nostre esistenze. Due occhi che scrutano l’orizzonte e riservano un sorriso beffardo al destino. Il destino, in fondo, non è altro che una roulette truccata, dove esce sempre il numero zero. E noi siamo solo farfalle costrette ogni giorno a fare i conti con le diaboliche traiettorie del vento. Certe volte vorrei spogliare il tempo come l’autunno spoglia gli alberi. Ogni foglia caduta corrisponde ad una lacrima. Da custodire come una gemma nello scrigno dorato della memoria. Arrivederci Andrea.

scritto il 25 Aprile 2007

Tratto dal libro “La Juve nel Paese di Giralaruota”

Chapman system

Maledetta (dis) informazione. Fruga nel cestino dei rifiuti per costruire miti di panna montata e relega in un cassetto polveroso i giganti del passato. Quelli che hanno scritto la storia del football. Mai sentito parlare di Herbert Chapman? Questo gentleman inglese, classe 1878, aspetto austero ma bonario, può essere considerato uno dei pionieri dello sport più popolare. La sua intuizione più geniale fu il “Sistema”, detto anche Chapman system o WM, modulo di gioco leggendario, che vide il centromediano retrocedere sulla linea dei difensori. Contromisura studiata ad arte da Chapman (su consiglio dell’attaccante Charlie Buchan) per ovviare alla modifica della regola dell’offside: due e non più tre calciatori a tenere in gioco gli avversari. In pratica, Chapman, inventò la figura dello stopper. Una delle tante innovazioni introdotte dall’ingegnere di Rotherham, il primo a puntare su rigorosi metodi d’allenamento, valorizzando il ruolo di preparatori atletici, fisioterapisti e massaggiatori. Altre “creazioni” di Chapman? I numeri di maglia sulla schiena dei calciatori, l’uso dei palloni bianchi ed il ricorso ai riflettori per le gare giocate in notturna. Inoltre, nel 1933, alla vigilia di un Arsenal-Liverpool, Chapman diede una nuova impronta alle divise dei gunners: maniche bianche, così come i calzoncini, e una diversa tonalità di rosso. Novità che permise ai londinesi di “distinguersi” dalle altre squadre. Formidabile stratega e motivatore, Chapman morì di polmonite fulminante il 6 Gennaio 1934, lasciando in eredità l’Arsenal più forte di sempre. Anche per questo i gunners gli hanno dedicato un busto in bronzo, originariamente collocato nel vecchio impianto di Highbury e che oggi troneggia all’interno dell’Emirates Stadium. Nel 2003 il suo nome è stato inserito nella hall fame del calcio inglese. La sua bacheca, ricca e prestigiosa, contiene 5 scudetti (3 con l’Huddersfield, 2 con l’Arsenal) e 2 Coppe d’Inghilterra (1 con l’Huddersfield, 1 con l’Arsenal). Nel 2004, a 70 anni dalla scomparsa, “The Times” l’ha incoronato miglior manager britannico di tutti i tempi. Ovunque si trovi in questo preciso momento, Herbert starà certamente parlando di tattica.