Quello che direbbe uno statista

Italiani, per usare un francesismo, siamo nella merda. Per uscire dal pantano dobbiamo collaborare e restare uniti. Per questo vi propongo un vero cambiamento. Ma i primi a dare l’esempio dobbiamo essere noi politici.

Quindi, da domani, basta privilegi e corsie preferenziali. Abbatteremo i costi della politica e delle istituzioni. Combatteremo strenuamente la corruzione ed il malaffare. Manderemo in galera i ladri e faremo in modo che alle urne si presentino soltanto persone idealiste. Il mio motto sarà: pochi annunci e tanti fatti. Non più di un’apparizione televisiva al mese. Social network usati con parsimonia. Massimo rispetto per le opposizioni.

Il primo punto del mio programma è: sostenere le fasce più deboli. Le persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Il denaro si trova. Non bisogna tagliare i servizi, ma gli sprechi. Sradicare la rete criminale che sta distruggendo il nostro Paese. Niente più aiuti alle banche, ai giornali e ai soliti noti. Ristrutturare la Rai. Basta una rete pubblica, senza pubblicità e slegata dai partiti.

Riformeremo la giustizia. Processi più corti e certezza della pena per chi delinque. Niente prescrizione e ripristino del falso in bilancio. Giudici e magistrati senza smanie di protagonismo e presenzialismo. Per svolgere certe professioni serve il basso profilo. Vi prometto che ripristineremo la meritocrazia e la sobrietà, valori imprescindibili per cominciare un ciclo finalmente virtuoso.

Saremo attenti ai bisogni degli anziani, ma abbiamo tutte le intenzioni di assicurare un vero futuro ai giovani. La scuola va riformata da capo a piedi, restituendo linfa e risorse agli insegnanti. Useremo la tecnologia ed il buonsenso.

Affronteremo seriamente il problema dell’immigrazione. Frontiere aperte per chi ha un lavoro e per quelli che hanno voglia di trovarlo. Massimo rigore con quelli che vengono nel nostro Paese solo per ingrossare le fila della criminalità organizzata.

Ci vorranno anni ma – sono fermamente convinto – con il vostro aiuto ridaremo a questo posto dignità e prospettive. Il mio obiettivo non è certo quello di piacere a tutti. Non mi interessa. Quello che mi sta a cuore è fare qualcosa di utile per il mio Paese. Il Paese dove sono nato e cresciuto. Il Paese che ho visto depredare da politici senza scrupoli e partiti sempre più ingordi.

Non sono qui per soldi e nemmeno per ambizione personale. Per vivere mi bastano un normalissimo stipendio e una modesta dimora. Rimarrò solo fin quando sentirò la stima e l’affetto della maggioranza della gente. E adesso basta chiacchiere. Da oggi si lavora per il cambiamento. In silenzio.

Mi ritorni in mente

Il 9 Settembre di 16 anni fa, se se andava il più grande autore di canzoni della storia della musica italiana. I suoi pezzi, timbrati dalla sua voce affascinante anche se tecnicamente non ineccepibile, avevano il fascino dell’innovazione. Avanti anni luce rispetto ai suoi colleghi, Lucio ci ha lasciato un patrimonio inestimabile di brani senza tempo. Canzoni che hanno attraversato gli anni settanta con la forza di un uragano, migliorando l’orizzonte e rendendo quindi meno amara la nostra vita quotidiana. Personaggio schivo ed anticonformista, Lucio odiava i riflettori e l’ipocrisia di chi l’aveva etichettato come un cantante di destra. Perchè Lucio Battisti era, semplicemente, un genio. E, si sa, i veri talenti non hanno colore.

Gaetano

Sono passati 25 anni ma sembra ieri. Ricordo nitidamente l’annuncio in diretta di Sandro Ciotti. Il destino aveva scelto come bersaglio proprio te, uomo esemplare e figura professionale di enorme spessore. Forse un giorno ci incontreremo nell’hotel del tempo, un posto dove non servono parole e nemmeno valigie. Bastano i ricordi. Ciao, immenso capitano.