Consumismo? No, grazie.

Consumismo, una parola che andrebbe cancellata dal vocabolario. Negli ultimi quarant’anni noi abitanti del cosiddetto “Primo mondo” abbiamo speso troppo, in preda ad una sorta di isteria collettiva. In nome e cognome del consumismo abbiamo comprato oggetti che non ci servivano, pensando che potessero riempire il vuoto delle nostre esistenze. Per assecondare i guru della pubblicità televisiva abbiamo riempito i carrelli di cibo superfluo, alternando grandi abbuffate a diete inutili e costose. Ci siamo abbeverati alla sorgente di una moda volubile e scostante, che ci ha fatto accumulare senza motivo enormi quantità di vestiti e accessori. Ci siamo fatti stordire dal progresso, come se possedere sei telefonini, otto televisori e quattro automobili fosse indice di civiltà. Negli ultimi quarant’anni abbiamo vissuto tutti (chi più chi meno) al di sopra delle nostre possibilità. Ogni tanto, per lavarci la coscienza, ci siamo occupati distrattamente del cosiddetto “Terzo mondo”. Senza mai provare seriamente a risolvere i problemi dei Paesi sottosviluppati. E adesso ci ritroviamo a fronteggiare l’esodo di milioni di disperati, gente disposta a tutto pur di sfuggire alla fame e alla miseria. Ecco, siamo arrivati alla svolta epocale. Il modello di vita che abbiamo costruito si è rivelato fallimentare. Basta parlare di crescita, di prodotto interno lordo. Basta dar retta ai banchieri che giocano coi nostri risparmi, ai politici avidi e corrotti, agli industriali assistiti dallo Stato, ai giornalisti servili e agli economisti che non azzeccano una previsione dal 1970. E’ ora di recuperare i valori del passato: meno apparenza e più sostanza. Il mondo ha bisogno di sobrietà, equilibrio e compostezza. Dobbiamo tornare – come cantava Battiato – “a quote più normali”. Altrimenti non ci sarà alcun futuro, per noi e, soprattutto, per i nostri figli.

5 pensieri su “Consumismo? No, grazie.

  1. e come non essere d’accordo….., bisognerebbe cominciare a “lavorare” sulle nuove generazioni, purtroppo un bambino in età pre-scolastica è già abituato a vedere i genitori con sei telefonini ed otto televisori

    • Concordo e non solo.
      Era già tutto previsto.
      Quando a un bimbo di 10 anni che passa a Comunione gli si regala il cellulare la strada è segnata e purtroppo è una brutta china.
      Difficile tornare indietro ma ……………………

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