Quella Caressa della sera….

Togliere l’audio o mettersi i tappi nelle orecchie. Sono gli unici antidoti per difendersi dall’invadenza dei telecronisti. Sempre più enfatici, ansiogeni e faziosi. Non sopporto più il loro entusiasmo da oratorio. Non sopporto più le loro grida sconsiderate in occasione di un goal. Anche quando stanno commentando Chievo-Cesena o Albinoleffe-Frosinone. Non sopporto più la loro partigianeria quando raccontano le partite delle squadre italiane in Champions League. Se l’arbitro non concede un rigore grande come una bifamiliare al Bayern, neanche una piega. Se il direttore di gara si permette di non fischiare un penalty (magari solo presunto) al Napoli, apriti cielo. Emblematico al riguardo quanto accadde nella Champions League di due anni fa, con l’Inter di Mourinho portata in finale di peso da Mejuto Gonzales e Benquerenca, nell’ipocrita indifferenza dei commentatori. Squallore puro. Una volta, il telecronista, vecchio gentleman del microfono, ti “guidava” dolcemente dal calcio d’inizio al triplice fischio di chiusura. Con un approccio soft che, qualche volta, sfociava nella ninna nanna. Del resto, non sempre si ha la fortuna di commentare Italia-Germania 4-3. Oggi il telecronista pretende d’imporre il suo punto di vista a chi guarda, aiutato da una seconda voce quasi sempre banale e conformista. La parola d’ordine è “caricare” l’evento. Colorarlo e insaporirlo per strapparlo alle fauci della mediocrità. Una sola cosa, a pensarci bene, accomuna i telecronisti di ieri a quelli di oggi: l’incapacità di riconoscere i calciatori in possesso di palla. Perchè l’incompetenza, tipico vizio italico, aiuta a fare carriera.

3 pensieri su “Quella Caressa della sera….

  1. La Champions League di 2 anni fa è la più scandalosa che io ricordi; non che sia sempre immune da arbitraggi strani nelle altre edizioni (l’anno prima Chelsea Barcellona fu un vero e proprio scempio nei confronti degli inglesi), ma fin quando certe situazioni si verificano in una partita ci può stare, ma in tutte le partite no.

    In quella stagione l’Inter si qualificò agli ottavi grazie alla decisiva vittoria di Kiev con 2 gol negli ultimi minuti: quello di Milito era in netto fuorigioco. Non ne parlò nessuno, nè in telecronaca diretta e nemmeno TV o giornali successivamente.

    Agli ottavi, 4 rigori negati al Chelsea, 2 all’andata (di cui uno con annessa espulsione di Samuel) e 2 al ritorno (di cui uno fin troppo in malafede: T.Motta cintura e butta a terra Ivanovic sotto gli occhi dell’arbitro che li sta guardando).

    Ai quarti, dove l’unico uomo pericoloso del CSKA (Milos Krasic) viene squalificato per il ritorno, l’Inter a Mosca sblocca il risultato a inizio gara con una punizione inesistente.

    In semifinale, il Barcellona subisce un goal in netto fuorigioco di Milito e si vede negare un rigore assurdo per fallo di Sneijder su Dani Alves che per giunta viene ammonito per simulazione e salta il ritorno. E al Camp Nou annullato il regolare gol del 2-0 che avrebbe qualificato i blaugrana per un fallo di mano che vede solo l’arbitro (piazzato proprio di fronte a Y.Tourè che invece stoppa di petto!). Senza contare i diversi casi dubbi in area nerazzurra durante la gara.
    E un dettaglio di cui non parla nessuno è stato il controllo antidoping a sorpresa nell’albergo del Barcellona il giorno prima della gara.

    E che dire del fallo di mano di Maicon in finale quando sullo 0-0 anticipa il colpo di testa dell’avversario allungando il braccio e colpendo volontariamente il pallone? Come se nulla fosse. Tutti tacquero. Una partita che vide fra l’altro un assente di lusso in campo: Frank Ribery, squalificato per 3 giornate in seguito all’espulsione di Rosetti nell’andata di semifinale contro il Lione. Un’espulsione classica da 1 giornata di squalifica, ma meglio darne 3 per fargli saltare la finale, così se riducono da 3 a 2 in seguito a ricorso comunque il francese non gioca.

    Una stagione indimenticabile, anche per i bassi profili assunti da Ancelotti e Guardiola dopo i forti torti subiti.
    Una finale indimenticabile anche per essere stata la prima in cui fu istituito il premio al Presidente: una festa per Moratti…organizzata con i soldi di Moratti.

  2. Su Sky siamo allo schifo perpetuo. Ogni azione è un urlo anche per la cosa più insignificante.
    Quello della RAI poi (Gentili?) in qualsiasi Radio privata sarebbe l’addetto alle pulizie dai gabinetti.
    P.S. Renato ti sei distratto un pochino: Albinoleffe – Frosinone non si gioca più perchè il Frosinone gioca in Lega Pro col “mio” Prato.

  3. Io, quando è disponibile (e purtroppo non lo è sempre) metto l’audio “stadio”. Perchè, quella gente lì, non si può proprio sentire. Bravo, Renato, hai messo il dito in un’altra delle piaghe del nostro calcio….

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