Amarcord (Come una rondine)

Come una rondine

Ci sono giorni in cui la malinconia schiude i suoi petali come se fosse una rosa. Il sole abbaglia i tuoi pensieri e lo schermo dell’anima non trasmette più i tuoi sogni. Nell’aria senti l’eco di un violino disperato, mentre un cocchiere distratto lascia cadere dalla diligenza del tempo le tue valigie piene di ricordi. Forse in quei momenti pensi di essere una rondine. E come una rondine vorresti volare via dalle miserie del mondo. Senza dare spiegazioni a nessuno: neanche a te stesso. Forse in quei momenti pensi di essere una rondine. E come una rondine vorresti diventare un puntino minuscolo nel cielo. Fino a renderti invisibile.

Probabilmente, riavvolgendo il nastro della tua vita, hai rivisto cose che ti hanno ferito. Probabilmente, cercando di completare il puzzle della tua esistenza, non hai trovato le tessere mancanti. Probabilmente qualcuno ha inquinato il ruscello dove scorre l’acqua dei tuoi sentimenti.

Conosco la depressione: è una stanza buia e vuota, dove i pensieri sbandano e dove ogni cosa, anche la più importante, improvvisamente sembra non contare più nulla. Non è vero che se ne vanno sempre i migliori: tu, persona profonda in un ambiente che sa sempre distinguersi per superficialità e maleducazione, sei riuscito a scansare il tunnel che conduce verso l’ignoto. Oggi, caro Gianluca, i tuoi occhi hanno una luce nuova. E, ogni volta che ti rivediamo, non possiamo fare a meno di intenerirci. In fondo, tutti noi abbiamo nell’anima una rondine che vorrebbe sfuggire alle miserie del mondo. Ma c’è sempre una ragione per vivere. E quando non c’è, dobbiamo sforzarci di trovarla.

Giugno 2007 – Tratto dal libro “La Juve nel Paese di Giralaruota”.