Rai: di tutto, di meno

Prima regola di un giornalista tv che si occupa di football: per fare una telecronaca bisogna conoscere i calciatori. Se non hai una predisposizione naturale, basta documentarsi. Studiare. Il web, del resto, offre un nugolo di informazioni: notizie, dati, immagini, filmati. Ovviamente non bisogna prendere per oro colato tutto quello che si legge. Memoria storica e buonsenso aiutano a destreggiarsi con sufficiente disinvoltura nei labirinti della rete.

Seconda regola di un giornalista tv che si occupa di football: se non conosci le facce e lo stile di gioco dei vari calciatori, controlla almeno la disposizione tattica delle squadre. Anche nel calcio moderno, infatti, è raro vedere un terzino destro stazionare nella parte sinistra del campo.

Terza ed ultima regola di un giornalista tv che si occupa di football: capita a tutti di sbagliare un nome. Non sempre si riesce a rilevare in tempo reale l’autore del cross, del tiro o del passaggio. Ma quando non ne azzecchi una per tutti i novanta minuti più recupero, in stile Borriello, dovresti almeno avere il buon gusto di fare pubblica ammenda. E magari dire a chi ti sta ascoltando “scusatemi, mi hanno messo a fare un lavoro che non so svolgere con la dovuta professionalità. Lo sapete tutti che in Italia non esiste meritocrazia, no? Ecco, io sono l’esempio lampante. D’altro canto, come diceva Enzo Biagi, un tempo, in Rai, assumevano tre democristiani, due socialisti, un comunista e uno bravo. Ecco, io non ricordo se ai tempi ero democristiano, socialista o comunista. Di certo non ero quello bravo”.