Il Grande Fratello socialmente utile..

16 persone chiuse in una casa per tre mesi a fare i deficienti? E chi vince si porta a casa un montepremi di 500 mila euro? E nessuno che abbia mai pensato di chiamare l’ospedale psichiatrico? Qui bisogna fare qualcosa. Vorrei proporre una versione riveduta e corretta del Grande Fratello. Dunque, si prendono i concorrenti, si caricano su un pullman sgangherato e via verso il casello dell’autostrada. Destinazione: Napoli. Tre mesi per ripulire la città dai rifiuti. Raccolta, trasporto e smaltimento. Tutto sotto l’occhio vigile delle telecamere. Il lunedì diretta con Alessia Marcuzzi (ma, vista la somiglianza, va bene anche Furia) per fare il punto della situazione. Collegamenti dal cassonetto, con ramazza e paletta ben in vista. Nomination capovolte. I più bravi se ne vanno dopo poche settimane, i lavativi rimangono fino alla fine. Premi finali. Se vince un uomo, una serata in compagnia di Alessandra Mussolini. Con possibilità di smaltire, insieme ai rifiuti, anche la nipote del Duce. Se vince una donna una serata insieme all’uomo che baciava la mano a Gheddafi. Con possibilità di depositare il mago della patonza nella discarica più vicina. Un Grande Fratello socialmente utile. Per dare finalmente un senso al reality più idiota della storia della Tv.